Arrivato vicino a un piccolo divano, Korov'ev si fermò, depose la lucerna su un mobiletto, con un gesto invitò Margherita a sedersi, e si accomodò accanto a lei, in una posa pittoresca, appoggiando i gomiti sul mobiletto.
- Mi permetta di presentarmi, - gracchiò Korov'ev, - Korov'ev. Si meraviglia che non ci sia la luce? Per fare economia, avrà certo pensato lei. Macché, macché! Il primo venuto fra i boia, foss'anche uno di quelli che avrà fra poco l'onore di baciarle il ginocchio, mi tagli pure la testa su questo stesso comodino, se è cosí!
Semplicemente, Messere non ama la luce elettrica e la daremo proprio all'ultimo momento. E allora mi creda, non scarseggerà. Forse, anzi, sarebbe bene che ce ne
fosse un po' meno.
Korov'ev piacque a Margherita e le sue chiacchiere magniloquenti producevano su di lei un effetto calmante.
- No, - rispose Margherita, - quel che piú mi sorprende è dove trovi posto tutto questo -. E girò attorno la mano a sottolineare l'immensità della sala.
Korov'ev sogghignò dolcemente, il che fece muovere le ombre nelle pieghe del suo naso.
- È una cosa semplicissima! - rispose. - Per chi conosce bene la quinta dimensione è una bazzecola allargare un alloggio fino alla grandezza desiderata. Le dirò di piú, stimatissima signora, allargarlo fino a sa il diavolo quali limiti! Io, d'altra parte, - continuò a cicalare Korov'ev, - ho conosciuto delle persone che non solo non avevano nessun'idea della quinta dimensione, ma in genere, non avevano nessun'idea di nulla e nondimeno hanno realizzato i piú autentici prodigi in fatto di ampliamento del loro alloggio.
Cosí, ad esempio, un abitante di questa città, a quanto m'hanno raccontato, avendo ottenuto un appartamento di tre stanze sullo Zemljanoj Val, senza
quinta dimensione e altre cose che fanno perdere la tramontana, lo trasformò all'istante in uno di quattro stanze, dividendo a metà uno dei vani mediante un tramezzo.
- Dopo di che lo scambiò con due appartamenti singoli in due diversi rioni di Mosca: uno di tre e l'altro di due stanze. Ammetterà che cosí erano diventate cinque. Quello di tre stanze lo barattò con due singoli di due stanze l'uno e divenne proprietario, come lei stessa vede, di sei stanze, sparpagliate in gran disordine, a dire il vero, per tutta Mosca. Era già sul punto di effettuare il passaggio piú brillante, avendo inserito sul giornale l'annunzio che cambiava sei stanze in vari rioni di Mosca con un unico appartamento di cinque stanze sullo Zemljanoj Val, allorché, per motivi indipendenti da lui, la sua attività ebbe termine.
Può darsi che attualmente egli abbia una stanza da qualche parte, ma non a Mosca, questo glielo posso assicurare. Quello sí era un furbo di tre cotte, signora, e lei mi viene a parlare della quinta dimensione!
Benché non avesse affatto parlato della quinta dimensione, ma ne avesse parlato soltanto Korov'ev, Margherita scoppiò a ridere di gusto dopo aver ascoltato il racconto delle vicende del furbo procacciatore di alloggi."
Libro
Mikhail Bulgakov
"Il Maestro e Margherita"
e-book: traduzione di Vera Dridso