Anteprime di fiction e non solo al Roma Fiction Festival 2011: la kermesse dedicata ai film del piccolo schermo ha ospitato anche diversi incontri dai temi più impegnativi, come quello che si è svolto giovedì 29 all'Auditorium di Roma, dal titolo "Tv e guerra".
La giornalista Monica Maggioni ha intervistato lo scrittore russo Nicolai Lilin autore di due volumi scritti in lingua italiana ben presto diventati casi letterari nel nostro Paese: "Educazione siberiana" e "Caduta libera".
Nicolai Lilin è diventato famoso in Italia per "Educazione siberiana", il libro nel quale narra la sua infanzia e giovinezza vissuta a Bender, in Transnistria, la regione dell'ex Unione Sovietica che si trova nel territorio della Repubblica di Moldova e che, pur proclamandosi indipendente, non è stata riconosciuta da nessuno Stato. In questo libro Lilin ripercorre la sua vita di bambino e adolescente educato secondo le regole dei criminali siberiani ai quali appartenevano la sua famiglia e tutti i suoi amici.
In "Caduta libera" Lilin racconta la sua esperienza come soldato nella squadra dei sabotatori durante la guerra in Cecenia e, proprio in occasione dell'incontro con Monica Maggioni, lo scrittore russo ha raccontato la sua esperienza durante la guerra e, soprattutto, di come anche lui è stato colpito da PTSD, ovvero la Sindrome da trauma da combattimento, una depressione devastante di cui sono colpiti la quasi tutti i giovani militari di ritorno dalla guerra.
Con voce calma, pacata, un tono crudo e disincantato, e spesso anche ironico proprio come nei suoi libri, Nicolai Lilin ha spiegato quali sono gli effetti della sindrome da trauma da combattimento e di come è riuscito a venirne fuori, grazie alla scrittore e anche alla sua educazione siberiana.
Cadaveri appesi agli alberi o per le strade, feriti, soldati feriti: un inferno che non poteva che lasciare una traccia indelebile nel diciottenne Nicolai e in tutti i giovani che si trovano ad affrontare il ritorno alla normalità dopo aver partecipato a una guerra; giovani che si trovano a convivere con l'odore della guerra e con le immagini dei morti negli occhi e che, se non trovano un supporto adeguato, rischiano concretamente di impazzire o di suicidarsi.
Il trauma della guerra Lilin lo affronta a modo suo: in Russia non c'erano aiuti psicologici e così, dopo un periodo nel quale beveva molto, ha trovato nella scrittura la terapia che l'ha fatto uscire dal tunnel della sindrome da trauma da combattimento, oltre che nelle sagge parole della nonna e nei metodi educativi forti del nonno e del padre.
Per chi ha già letto i due libri di Nicolai Lilin sarà contento di sapere che a breve uscirà il terzo e attesissimo intitolato "Il respiro del buio" e che, proprio in questo periodo, il regista Gabriele Salvatores sta girando il film ispirato a "Educazione siberiana" con John Malkovich nel ruolo dello stesso Nicolai "Kolima" Lilin.