Vi siete mai domandati come fa un fotografo a riprendere i senzatetto? Farli mettere in posa, farli sentire a proprio agio di fronte all'obbiettivo? La prima cosa che viene in mente è "ah! li ha pagati!". Molto probabile, ciò nonostante non penso sia cosi facile. I senzatetto, altrimenti chiamati "bomzh" in russo, sono spesso persone orgogliose che non si fanno avvicinare molto facilmente.
L'ukraino Boris Mikhailov (1937) ha passato una vita a documentare la vita di quanti sono rimasti senza casa, costretti a un'esistenza da barboni, a causa del colasso dell'Unione Sovietica.
Con le sue immagini crude e spesso disgustose Mikhailov ha voluto documentare la situazione di quelli che non hanno più potuto trovare il proprio posto nella vita e garantirsi un'esistenza dignitosa nel nuovo sistema sociale.
Questa sua indagine Mikhailov l'ha intitoloata "La storia della malattia" (??????? ???????) e l'ha svolta nella sua città natale, Khar'kov.
Gli occidentali, sottoposti da anni alle regole spietate del capitalismo, sono abituati all'esistenza degli "invisibili", ma un paese dove lo stato sembrava garantire tutti i servizi necessari all'esistenza dignitosa dell'essere umano e la televisione presentava una radiosa realtà, l'apparizione dei bomzh nei veicoli nascosti della città faceva doppiamiate ribrezzo.
Mikhailov ha sempre avuto il pallino di far vedere ciò che non si potrebbe secondo le regole vigenti della società sovietica.
Dopo la morte di Stalin, quando in tutto il mondo proliferava la rivoluzione sessuale, anche nell'Unione Sovietica si provava il brivido della libertà, ma in clandestinità. "Tutte le foto di nudo in Unione Sovietica automaticamente venivano considerate pornografia", racconta Mikhailov. Per le sue foto alla moglie nuda Mikhailov è stato interrogato dal KGB, questo colloquio gli è costato il posto di lavoro.
Attualmente Boris Mikhailov rimane uno dei fotografi più importanti dell’Europa orientale che ha influenzato in modo significativo tutta l’arte concettuale e la fotografia documentaristica. Le sue opere sono esposte in tutta Europa e negli Stati Unite ed è l'unico ucraino vincitore del Premio "Hasselblad" (una sorta di Premio Nobel per la Fotografia). Quest'anno la mostra fotografica "La storia della malattia" (Case History) è stata ospitata al Moma (Museo di arte Moderna di New York).
"Bomzh" è un termine colloquiale, per chiamare le persone senza fissa dimora. Questo termine è nato nel periodo sovietico da una sigla, che la milizia sovietica usava nei documenti ufficiali per definire le persone senza permesso di soggiorno permanente. (Bomzh - Bez Opredelennogo Mesta Zhitel'stva). Dal 1990 in Russia e altri paesi della CSI il vagabondaggio è diventato un fenomeno di massa e la parola è diventata un sostantivo molto diffuso e comune, spesso usato in senso sprezzante e denigratorio.